Non lo dico al mio compagno perché per me era una cosa normalissima, ci addormentiamo ma io sono sempre disturbata da questa pancia dura.
Prendo sonno, quando alle 3,40 sento tipo 3 scoppietti nella pancia, una cosa strana, con una perdita.
Ho pensato “ecco, mi si è rotto l’utero e sto facendo un emorragia”.
Chiamo il mio compagno, vado in bagno e vedo qualche macchiolina, solo la perdita del tappo mucoso, ma dopo qualche minuto inizio a sentire dolore, tipo ciclo.
Al che, decidiamo di partire visto che al corso-Pre parto mi avevano detto che io alle prime contrazioni o rottura delle membrane, dovevo essere monitorata.
In 20 minuti siamo in ospedale e intanto i miei dolori iniziano ad intensificarsi, non capisco bene cosa mi stia succedendo, arriviamo e vado dritta in reparto sotto tracciato.
Parlo con l’ostetrica tra una contrazione e l’altra, nel frattempo sono diventate belle forti.
Lei mi visita e mi fa lo scollamento delle membrane, intanto io passeggio per il corridoio col mio compagno che mi supporta, mi da acqua per una sete pazzesca e intanto passa qualche ora.
Altra visita verso le 7 e mando un messaggio a mia mamma dicendo che forse entro la giornata sarebbe nato il suo secondo nipote.
Alle 8 sono dilatata di 2cm, altro scollamento e chiedendogli se ero entrata in travaglio, mi risponde: “quasi… ”.
Come quasi? Avevo dei dolori fortissimi ormai!
Mi portano in sala parto, io sentivo il desiderio di spingere ad ogni contrazione ma mi diceva che era troppo presto per farlo. Altra visita e stavamo andando benissimo, a 6cm dopo un’oretta.
Mi racconta che lei aveva assistito a pochissimi VBAC, forse ero la 5a da quando fa questo mestiere, perché tutte rivogliono il cesareo.
Il mio compagno inizia a crederci quando la dilatazione si completa e iniziavo a spingere.
Io avevo tanta fame, e tra una contrazione e l’altra mi stavo per addormentare, ero stanchissima ma stavo per partorire!
Con 4 o forse 5 spinte, è nato Tommaso.
Alle 10,16 il mio sogno si è finalmente realizzato!
Un’emozione che non si può descrivere ma solo vivere.
Sentirlo sul mio petto, caldo, col cordone ancora attaccato a me… mamma mia!
Il papà commosso, un vortice di emozioni quella mattina.
Ero euforica e sono uscita dalla sala parto camminando da sola.
Durante il giorno ho dormito pochissimo perché continuavo a ripensare a quello che mi era successo, avevo adrenalina a 1000! Avevo dato la vita al mio bambino, nel modo più naturale possibile e senza epidurale.
Ecco la mia, anzi, la nostra storia, una bellissima storia d’amore!
Voglio incoraggiare le mamme che come me, desiderano questo: bisogna crederci fino in fondo!
Ciao a tutte.
Vanessa
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Grazie per il tuo racconto.
Anche io ho avuto un cesareo d’urgenza dopo 12 ore di dolori infiniti… Purtroppo la stanchezza mi ha fatto salire la febbre alta e quindi proprio mentre iniziavo a spingere hanno optato per un cesareo d’urgenza contro tutta la mia volontà… Ho pianto tanto, a volte ci penso, ma poi guardo il bimbo e ogni tristezza svanisce.
Spero però di poter avere anche io il parto naturale che tanto sognavo.
Il tuo racconto mi fa impressione, perché sembra la mia storia: primo cesareo e senso di insoddisfazione e seconda gravidanza portata avanti col desiderio, supportato da tutti, medici e familiari, di fare un vbac. L’unica sostanziale differenza è l’esito: io ho avuto il mio TOC (travaglio di prova) e stava davvero andando tutto a meraviglia, finché a me si è rotto davvero l’utero. L’unica cosa su cui posso rassicurare è che il dolore non può passare inosservato, neanche sotto epidurale. Non lo dimenticherò mai. Per fortuna eravamo in un ospedale di primo livello, tutto è andato come doveva andare, io e il mio bambino siamo vivi, stiamo benissimo.
Con questo non rinnego la mia scelta, dico solo che quando leggiamo certe statistiche, sebbene riportino percentuali molto basse, dobbiamo sempre tener presente che quello 0,1% puoi essere tu. Io sono stata quello 0,1%. E non ho avuto il mio VBAC, nonostante ci fossero tutti i presupposti. E dopo aver letto decine e decine di racconti come il tuo, è stata dura e mi ci è voluto del tempo per fare pace con me stessa.
Buona vita a tutti