Urlo, con forza, con violenza, con tutto il fiato che ho in corpo.
Chiedo l’epidurale, che mi viene fatta a piccole dosi, perché ora si che mi sto dilatando velocemente.
Ricordo i massaggi di mio marito, sulle gambe in tensione e poi la contrazione più forte in assoluto, che mi dice che ormai tu sei lì, sei quasi vicino a me.
Chiedo di chiamare l’ostetrica, ora voglio spingere non sono più le stesse contrazioni. Posso vederti attraverso uno specchio, posso ammirare la tua voglia di nascere e lì capisco che sono fortissima.
E’ il momento, dopo giorni di stanchezza, di farti venire al mondo, di regalarti la vita.
E alle 18.29 del 4 giugno dopo due spinte grido l’amore e ti stringo tra le mie braccia.
Sei bella da togliere il fiato e sei nostra.
Non penso più a nulla, solo che sono una mamma felice, che ho sul petto tutto ciò che desidero e che ti amerò sempre.
Sara
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