Alle 21.10 mi viene fatta l’epidurale e a parte qualche dolorino lieve lieve, fino alle 2 di notte non sento più nulla. Sto benissimo grazie a questa santa di anestesia. Le ostetriche sono tutte fantastiche, io
stanca, euforica spaventata e sicuramente un po’ fusa dal medicinale, parlo parlo e parlo ininterrottamente! Poveri mio marito, che ornai era in sala parto con me e l’ostetrica!
Poi, all’improvviso l’effetto dell’anestesia finisce e comincia un bruciore pazzesco e una gran voglia di spingere! Inizia cosi la parte più tragica del travaglio: respiro spingo, mi riprendo e poi ancora respiro e spingo… tra una spinta e l’altra, sono talmente esausta che mi addormento. Mi sembra tutto così strano, io mi sento strana.
Dico che non ce la faccio più, mi sembra di fluttuare in alto, di non essere più nel mio corpo, che tutto ciò non abbia mai fine… poi, ad un tratto, sento le ostetriche dirmi che ci siamo! Si preparano per accogliere il mio bambino, allora mi carico, non posso mollare ora.
Respiro, spingo, respiro, spingo e così, alle 3.11, dopo un’ora di spinte, eccolo! È lì: piange, strilla, non capisce cosa succede e nemmeno io, ma appena lo vedo, appena me lo mettono addosso, i nostri occhi si incontrano. Amore puro.
Il 20/04/2020 alle 3.11 nasce il mio Alexander.
È stata la notte più dolorosa e estenuante della mia vita ma io me la
ricordo come una notte magica.
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