Due parti, due esperienze completamente diverse…
La prima è stata lunga e faticosa: un travaglio vissuto con ansia e difficoltà nella sopportazione delle contrazioni.
La dilatazione non procedeva, forse anche perché io ero troppo tesa. La mattina decidono di farmi l’epidurale.
Finalmente mi rilasso e inizio a dilatarmi, ma la strada ancora è lunga. Quando è arrivato il momento di spingere, la sua testolina tornava su dopo ogni contrazione.
Presa dalla stanchezza e la disperazione urlo all’ostetrica di tirarla fuori. La mia bambina non stava più bene come prima, perciò decidono di eseguire l’episiotomia. In quel momento era l’unica soluzione ai miei occhi e nel mio cuore. Faccio un’unica spinta e sei fuori, con i tuoi occhietti già attenti e scrutatori emani un piccolissimo gemito, per far capire il tuo carattere timido e riflessivo.
Poi la seconda gravidanza.
Vivo mesi di pensieri e paure, all’idea di dover rivivere un’esperienza dolorosa e prolungata. Con la consapevolezza di ciò che mi aspetta, mi preparo e mi sento più forte per affrontarla.
I primi dolori arrivano all’ora di pranzo, avendo avuto una dilatazione ritardata al primo parto decido di prenderla con calma, ma non troppo. Provo a mangiar qualcosa, mi faccio una doccia calda e le contrazioni si avvicinano e si prolungano. Così decidiamo di avviarci in ospedale.
Arrivati eseguo il monitoraggio, lo strumento segna solo piccole contrazioni lontane, che non sembrano efficaci.
Alla visita ostetrica mi dicono che sono solo a 2 cm di dilatazione.
Mi preparo psicologicamente ad affrontare un altro travaglio lungo e lento.
Ma quelle contrazioni le vivevo in maniera diversa rispetto al primo parto.
Mi portano in sala parto con tutta calma. Quando arrivo in reparto l’ostetrica decide di visitarmi subito. Sono già a 7 cm, in una sola ora mi sono dilatata tantissimo, bisogna sbrigarsi!!
Decidiamo insieme che, per aiutarmi, si poteva fare l’epidurale. In estremis, ma si può fare.
Alle 18.40 le dico che il mio bisogno di spingere ormai è incontrollabile. Senza nemmeno il tempo di montare il poggia gambe al letto,mi visita di nuovo e “ci siamo, la piccoletta ha voglia di uscire” !!
Si posiziona seduta sul letto avanti a me, mio marito al mio fianco per darmi la forza, come nel primo parto il suo appoggio e il suo aiuto sono stati fondamentali.
Prima spinta a vuoto! L’ostetrica mi tocca col suo dito in un punto ben preciso e mi dice: “mi senti qui, voglio che ti concentri su questo punto per spingere!
Io cerco di accontentarla… seconda spinta. Alzo la testa e grido. Taglia!!
Taglia anche per lei, da sola non riesco!
Mi sento rispondere che ormai è tardi, mio marito si affaccia avanti a me si gira con gli occhi luccicosi e mi dice “la testa è fuori per metà amore, un altra spinta e ce l’hai fatta!
Mi fido ciecamente di lui, non mi mentirebbe mai. Prendo un bel respiro alzo la testa e spingo più forte che posso.
Ore 18.49 anche lei è nata e questa volta la soddisfazione di aver fatto tutto da sola è immensa!
La lasciano sulla mia pancia, pochi gemiti per poi vedere subito, anche in lei, gli occhi che mi scrutano e sentire di nuovo quella sensazione di immensa potenza e immenso amore. Ci siamo, siamo pronti ad iniziare questa nuova vita!
Due parti, due esperienze completamente diverse, ma entrambe forti, che mi hanno fatta crescere e che mi hanno regalato gli attimi più felici della mia vita!
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