Il termine era il 25 novembre. La mattina del 9 novembre mio marito era a casa dal lavoro per andare a fare una battuta di caccia con i suoi amici.  Alle 5 è suonata la sua sveglia, io mi sono alzata per andare a fare pipì.

C’era qualcosa che non andava: sentivo dolori da ciclo al basso ventre e alla schiena. Ho riferito tutto a mio marito e lui mi ha risposto subito in dialetto milanese “taca no che mancano ancora 2 settimane e mezza”. Si toglie i vestiti mimetici, indossa i jeans e la felpa e siamo volati al pronto soccorso. La valigia era già pronta in macchina.

Arrivati mi visitano. Sia la ginecologa che l’ostetrica mi dicono subito che sono nella fase prodromica. “Prodo che?!?!?” mi chiedo io. Mi rispondono che probabilmente avrei potuto partorire il giorno stesso, come tra 2/3 giorni.

“Ah bene” dico tra me e me. Mi consigliarono di fare tutto quello che mi sentivo di fare: mangiare, fare le pulizie, salire e scendere le scale, una bella camminata, una doccia rilassante, eccetera.

Tornata a casa ho sentito sempre qualche doloretto. Sembrava difficile trovare pace: mi sono messa sul divano e non stavo bene, mi sono alzata ed ho camminato e non stavo bene, allora mi sono fatta la doccia e finalmente un po’ di tranquillità.

Le contrazioni si facevano sempre più vicine… SEGUE

 

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