Entro in ospedale per l’induzione programmata a 40 giuste giuste. In tempi di Covid me l’avevano consigliato. Pomeriggio iniziano la procedura con fettuccina e di notte iniziano le prime contrazioni lievi.

Al mattino doccia fredda: non si era smosso nulla. Tutto chiuso. Chiamo mio marito che era a casa ad aspettare una mia chiamata che si tratterà di una lunga giornata. Vengo trasferita in una saletta pre-sala parto per tentare una seconda induzione e scollamento membrane.

Qui è la parte più dura perché sono sola. Senza mio marito o altri a farmi compagnia. Le contrazioni aumentano e si fanno più ravvicinate. Chiedo di visitarmi ma sono appena di 2 cm.

Almeno qualcosa si è smosso e posso finalmente chiamare mio marito per venire in ospedale dato che posso accedere alla sala parto alle 17:00. Io sono pronta sulla mia palla. Gestisco bene il dolore e quando lui arriva mi sento rinvigorita.

Alle 20 mi rompono manualmente le acque e inizio a non sopportare più i dolori ormai ogni minuto. Ad ogni contrazione mi sembra di morire. Alle 21 chiedo epidurale e mi addormento anche se le premesse non sono buone. Sono bloccata a 3 cm da troppo tempo.

L’ostetrica mi dice di riposarmi e… [SEGUE]

 

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