Proprio in quell’istante arriva il medico che redarguendomi come una bambinetta mi riporta a letto e mi offre un succo.
Passano otto lunghissime ore durante le quali, tra cambi di guardia del pediatra di turno, ed informazioni vaghe e spezzettate, io riesco a capire che mio figlio è in incubatrice per uno shock termico.
Sono davvero triste e preoccupata.
Mi rassicurano sul fatto che lui sta bene è un ometto di 3850… ma intanto non è qui attaccato al mio seno, qui dove dovrebbe essere!
Finalmente a mezzanotte, dopo aver più e più volte invitato mia madre a chiedere al nido spiegazioni, finalmente me lo portano “ma per soli 10 minuti signora il bimbo deve rimanere in incubatrice tutta la notte” lo stringo a me, lo odoro, e lo metto al seno e lui non sa che fare, lo lecca, lo sposta con la bocca e con il naso poi si irrigidisce e piange.
L’infermiera fa per prenderlo ed io lo trattengo lo appoggio sulla mia spalla, appoggio la mia schiena al letto e così distesi ci coccoliamo e lui si calma.
L’infermiera di nuovo fa per prenderlo e questa volta non oppongo resistenza... [SEGUE]