Sono stata ricoverata alla 42 esima settimana di gestazione.
Secondo il ginecologo non potevo davvero più aspettare. Mi è stato indotto il parto prima con le candele ma il travaglio stentava ad avviarsi e poi con l’ossitocina.

Sono stati i tre giorni più tesi della mia vita.
Mia madre ha avuto sia per me che per mio fratello un parto naturale, in casa le sono arrivate le contrazioni ed è arrivata in ospedale solo per partorire… e nella mia testa così dovevo fare anche io.

Anzi, prolungando il più possibile il tempo di permanenza in casa così da essere certa di arrivare in ospedale con la dilatazione giusta per partorire naturalmente, tutto calcolato.

Ma si sa che ci cerca di controllare troppo gli eventi poi finisce per esserne travolto!
Con lo spettro del cesareo che incombeva ogni giorno, digiuna, proprio perché sarei potuta finire in sala operatoria da un momento all’altro… stesa su di un letto di ospedale, con la pancia legata dal quel malefico macchinario che fa il tracciato ma finalmente si rompono le acque.

Daniele nasce! … [SEGUE]

 

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