Pare così che la causa scatenante la necessità ancestrale di individuare il partner ideale con il quale garantire la sopravvivenza della propria linea biologica sia la medesima che smuove il bisogno di acquistare abiti, prodotti alimentari, accessori, device tecnologici e molto altro: l’ovulazione accende il desiderio di riempire il carrello.
Infatti, secondo quanto dichiarato dalla Dottoressa Kristina Durante dell’Università del Texas, dalla ricerca emerge che “come il pescatore getta in mare una grande rete per garantire una pesca fruttuosa”, anche le donne in ovulazione, per natura, tendono a lanciare molti ami in modo da “allargare la rosa dei pretendenti fra i quali è possibile scegliere”.
Ed è proprio questo desiderio di avere a disposizione un’ampia varietà di candidati partner ad innescare l’attitudine mentale che induce anche un maggior bisogno di possedere oggetti”.
Ma attenzione: pare che nelle donne impegnate in una relazione, o in coloro che portano la fede al dito, la sete di shopping da ovulazione si plachi.
È proprio il caso di dirlo: l’amore vero, non si compra.
Naturalmente, non c’è da temere che questa peculiare tendenza “al femminile” possa influenzare le tendenze del marketing.
Infatti, anche se i commercianti più scaltri potrebbero effettivamente intuire in quale fase del ciclo mestruale si trova la donna osservando silenziosamente le sue abitudini di shopping, l’elevato numero di clienti donne che ogni mese si trova nel pieno del periodo fertile in giorni differenti renderebbe impossibile sfruttare tali informazioni per invitare le clienti a svuotare i portafogli.
Le informazioni emerse dalla ricerca restano, almeno per ora, un’interessante curiosità, che però può simpaticamente mettere all’erta il sesso femminile: come esorta a fare un’antica sentenza religiosa affissa nel tempio di Apollo a Delfi “nosce te ipsum”.
Prima di tutto, “conosci te stesso”.