Un recente studio condotto negli Stati Uniti dai ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory ha dimostrato che le cellule della ghiandola mammaria possiedono una memoria intrinseca e sono in grado di “ricordare” pregresse gravidanze, adattando la celerità della loro risposta in relazione alle variazioni ormonali che si verificano in caso di gravidanze successive alla prima.
Questa indagine fornirebbe una spiegazione scientifica in merito al motivo per il quale, generalmente, secondo i racconti delle mamme, in caso di una seconda gravidanza la produzione di latte è più rapida e consistente e l’esperienza dell’allattamento in sé è più soddisfacente.
Il presupposto dello studio è basato sul fatto che la morfologia della ghiandola mammaria nelle femmine con una gravidanza alle spalle è indistinguibile da quella degli altri soggetti che invece non hanno vissuto la gestazione.
I ricercatori hanno ritenuto probabile che la gravidanza stessa inducesse delle modificazioni della ghiandola tali da non interferire con la sua organizzazione complessiva, ipotizzando che questi meccanismi fossero regolati da modifiche epigenetiche durevoli nel tempo: le modifiche epigenetiche sono promosse da specifici “marcatori” del DNA, ovvero fattori che si legano ad esso alterandone l’attività (provocando una diversa espressione dei geni dell’organismo), ma senza che le corrispondenti sequenze di DNA siano strutturalmente mutate.
Lo studio, realizzato su animali, è stato condotto eseguendo un accurato profilo genetico delle principali cellule epiteliali mammarie presenti dal periodo post-puberale fino a quello post-gravidico; successivamente, sono state monitorate, analizzate e confrontate le risposte di tali geni in relazione alle variazioni ormonali tipiche della gestazione.
Si è quindi scoperto che i geni studiati hanno mostrato una risposta di entità e tempi diversi… [SEGUE]