nascita-ospedale

Mi chiamo Federica e vi racconto la nascita di nostro figlio Riccardo.
Sono alla 41+3 e Richi ancora non si palesa, così arrivo in ospedale per l’induzione programmata.

Iniziano dal mattino la somministrazione di prostaglandine ma a mezzanotte ancora nessuna novità importante. Il mio compagno va a casa e anche io mi addormento serena. Il mattino successivo ricomincia la seconda somministrazione e sin da subito capisco che il momento sta arrivando, le contrazioni iniziano a farsi sentire!

Le sento come un’onda che arriva e mi travolge per poi attenuarsi. Chiamo in fretta e furia il mio compagno, ho bisogno del suo sostegno, adesso, subito! Ho la sensazione di perdere il controllo e allo stesso tempo ho voglia di immergermi in me stessa, dove sento catapultati tutti i miei sensi. Non mi importa delle altre persone, urlo, la mia pancia urla, la sensazione che sento è fortissima, indomabile.

Non voglio chiamarla dolore o male perché non la avverto come negativa.
Piuttosto un ordine, una direttiva del corpo che mi guidava esattamente nei movimenti e nelle posture.
Se sbagliavo di pochi millimetri il dolore compariva ed immediatamente capivo quale posizione dovevo adottare.

Quando azzeccavo la giusta postura il dolore spariva… SEGUE

 

 

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