Poi alle 3 del mattino, rotte le acque, sono andata subito in vasca… che magia.
In una meravigliosa stanza tutta azzurra, io l’ostetrica e il mio compagno.
Le contrazioni si sono un pò dileguate e io ricominciavo a respirare… quando lei mi dice “se la sente di spingere?” e io “ehm, spingere, mica tanto…”
A quel punto le mie certezze sono crollate, sentivo un vero e proprio terrore, non avrei mai voluto spingere, ma siccome in me l’abnegazione è tutto, ho spinto!
E che spinte siano, dunque!!!!!
Un’ora di spinte, un’ora di straniamento, non lo definirei mai dolore, ero piuttosto in un mondo parallelo, fatto solo di lunghi respiri, spinte, quiete dopo la tempesta e poi di nuovo lunghi respiri, spinte, quiete dopo la tempesta e via così, avevo l’impressione che avrei fatto quello per tutta la vita.
Sembrava che il disco si fosse incantato, non c’era possibilità di cambiare canzone, no, sempre le stesse azioni e sensazioni si susseguivano e ripetevano identiche io avevo perso totalmente contatto con il mio bimbo, in quel momento non ho mai pensato a lui ma solo ed esclusivamente al mio corpo dilaniato da quelle maledette scosse di dolore, torturato da un maledetto modo di respirare ben poco naturale.
Poi il bruciore… SEGUE
Cara AnnetteB, ho letto il tuo racconto e mi sono emozionata! sono al quinto mese e le tue parole mi hanno dato tanta forza e conforto…!