Come coi fratellini, è stato amore a prima vista.
Abbiamo mandato un messaggio ai nonni, che non riuscivano a capacitarsene, visto che eravamo partiti da casa nemmeno mezz’ora prima!
Erano le 5.15 del mattino. Due ore e quattro minuti dopo la prima contrazione; ventirè minuti dopo essere usciti di casa; forse quindici minuti o giù di lì dopo essere entrata in ospedale. Non me lo aspettavo così rapido, ed è stato piuttosto sconvolgente. E’ vero che in questo modo il dolore è durato poco, ma il distacco è stato quasi traumatico.
Non ho avuto tempo di “salutare” la pancia, di accompagnare la mia piccola nella sua uscita verso il mondo, di vivere il travaglio e il parto con la lucidità e la consapevolezza che avrei voluto.
Per le prime settimane non è stato facile, ogni volta che ci pensavo mi veniva da piangere. Ora va meglio, anche se un po’ di dispiacere rimane.
Rimane però anche l’emozione di questa esperienza vissuta per la prima volta di notte… i fratellini sono nati uno alle 15 e uno alle 10.50, invece Veronica ha deciso di arrivare nel buio e nel silenzio che precede l’alba, quando il mondo è ancora addormentato, le strade sono deserte e le uniche luci sono quelle arancio tenue dei lampioni.
È arrivata mentre in giro per l’ospedale non c’era un’anima, mentre la sala parto era quieta, mentre tutto, intorno, sembrava come ovattato.
E quando ci hanno portato in camera, ho potuto salutare il nuovo giorno che sorgeva fuori dalla finestra con la mia piccola principessa tra le braccia.
È stato bello.
E ora… siamo finalmente in cinque!
Lunaspina
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