L’errore non è ammesso in quanto l’incoerenza tra quello che secondo il punto di vista dell’osservatore rappresenta il bene e il male non è concepibile in nessuno, tantomeno nelle persone care.
È come se nel momento in cui si è iniziato un rapporto di amicizia, di amore, di filiazione, si sia anche tracciato un profilo di personalità dell’amico, del partner o del figlio che si pretende debba rimanere sempre lo stesso.
Perché c’è l’esigenza che gli altri si comportino sempre alla stessa maniera?
Perché c’è l’esigenza che gli altri si comportino sempre alla stessa maniera?
Essenzialmente per comodità, chi si comporta sempre allo stesso modo è più facile da gestire, viceversa chi cambia spesso richiede un dispendio energetico maggiore e una certa messa in discussione anche del proprio punto di vista.
La difficoltà quindi… [SEGUE]
Mi permetto di dissentire dall’articolo. Accettare continuamente che gli altri facciano ciò che gli passa per la mente in quel momento significa svilire e sminuire noi stessi. Concordo con la necessità di smaltire rabbia (io personalmente ne ho parecchia incamerata a causa di persone che ogni giorno fanno come le pare) ma non credo che farci calpestare da chi non sa cos’è il rispetto sia giusto verso noi stessi.