Si sente spesso parlare dell’uso di probiotici contro le coliche neonatali. Cerchiamo di capire insieme se possano essere utili a migliorare questo disturbo.
I primi sei mesi di vita rappresentano, per bambino e genitori, un delicato periodo di assestamento. Questa prima fase è infatti solitamente segnata da episodi di costipazione, reflusso gastroesofageo e coliche infantili, che manifestano il tentativo dell’organismo del piccolo di acquistare la pienezza delle proprie funzioni, adattandosi all’alimentazione e raggiungendo infine il proprio equilibrio.
Spesso, tuttavia, questi disordini delle funzioni gastrointestinali rappresentano una fonte di ansia per il genitore, che di frequente si rivolge al pediatra in cerca di informazioni e rimedi che aiutino il bambino a trovare il proprio benessere.
Interessanti studi, come per esempio quello condotto in Italia e riportato dal Jama Pediatrics, network americano di informazione medico-scientifica, indagano sull’utilità dei probiotici nell’attenuare questo tipo di disturbi gastrointestinali infantili.
Lo studio, condotto dall’Università Aldo Moro di Bari su 589 neonati sotto la guida della Dottoressa Flavia Indrio, ha rilevato che la somministrazione del probiotico Lactobacillus reuteri DSM 17938, per una durata di tre mesi, ha ridotto notevolmente i disturbi osservati. I bambini trattati hanno infatti presentato una netta diminuzione degli episodi di pianto ingiustificato, di reflusso acido e di evacuazioni dovute a coliche, rispetto al gruppo di controllo al quale era stato somministrato un placebo.
I risultati raggiunti sono senz’altro interessanti, considerato che la semplice aggiunta del probiotico alla normale alimentazione sembrerebbe generare benefici netti in termini di benessere per il neonato, oltre a ridurre drasticamente le cause principali di intervento del pediatra durante i primi mesi di vita del bambino.
I risultati raggiunti sono senz’altro interessanti, considerato che la semplice aggiunta del probiotico alla normale alimentazione sembrerebbe generare benefici netti in termini di benessere per il neonato, oltre a ridurre drasticamente le cause principali di intervento del pediatra durante i primi mesi di vita del bambino.
Di diverso avviso riguardo l’utilità dei probiotici un altro studio, quest’ultimo condotto, sotto la guida della Dottoressa Valerie Sung, da un team di ricercatori australiani del Murdoch Childrens Research Institute e del Royal Children’s Hospital. In seguito all’analisi di ben dodici studi sull’argomento, infatti, i risultati evidenziati sembrano invitare alla prudenza. I miglioramenti dei sintomi di disturbi gastrointestinali potrebbero, secondo quanto osservato, essere correlati ad altri fattori di incidenza, come per esempio l’allattamento al seno anziché tramite latte artificiale.
Le conclusioni di questo studio, riportate da Jama Pediatrics, spingono a continuare le indagini riguardo l’effettiva utilità dei probiotici sul neonato.
E’ il pediatra Elizabeth Marcus, infine, a spingere alla prudenza nell’utilizzo dei probiotici sui bambini. Secondo lei infatti, pur avendo il Lactobacillus reuteri dimostrato interessanti possibilità di applicazione sui neonati, il suo utilizzo indiscriminato come mezzo preventivo potrebbe risultare non esente da rischi. La ricerca, secondo Marcus, dovrebbe quindi rivolgersi a valutare gli effettivi vantaggi del solo utilizzo mirato.
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