Secondo questo studio, inoltre, l’impegno dei genitori nel continuare a nominargli il nome degli oggetti, aiuterebbe il bambino a creare delle etichette, che serviranno successivamente anche per un miglioramento degli apprendimenti futuri.
Lo studio iniziale, fatto anni fa, pubblicato su riviste scientifiche, si basava sulla certezza che nonostante i neonati dai 6 ai 9 mesi fossero in grado perfettamente di riconoscere e distinguere le differenze tra un volto famigliare e uno non conosciuto, dal 9° mese in poi, queste capacità vengono meno.
Il motivo di tale passo indietro, risiede nel fatto che i bambini interagiscono più con un gruppo rispetto ad un altro e di conseguenza tendono ad individuare solo ciò che conoscono meglio, per ripetizione ed abitudine (perceptional narrowing).
Lo studio consisteva nel dividere in due gruppi diversi genitori con i propri figli e consegnare loro un libro illustrato con foto di scimmie e passeggini.
Un gruppo, adeguatamente istruito di ricercatori, doveva mostrare ai bambini le foto, indicandoli con nomi strettamente individuali e unici come Bob o Fiona.
Mentre l’altro gruppo, doveva procedere indicando le figure con nomi generici… [SEGUE]