La scelta di partorire in casa era stata quasi del tutto abbandonata con l’avvento della medicalizzazione dell’evento nascita.
Gli ospedali, dipinti come i luoghi più sicuri dove poter dare alla luce un bambino, hanno visto un incremento esponenziale delle nascite a partire dalla metà degli anni ’50.
La realtà del nascere in casa rimase, in quegli anni, prerogativa esclusiva delle aree più rurali del territorio italiano, dove le ostetriche condotte assistevano le partorienti e le puerpere grazie alla loro grande esperienza e con l’uso degli strumenti presenti nelle borse ostetriche.
Negli ultimi anni però si sta assistendo ad un lento ritorno all’assistenza del travaglio e del parto a domicilio.
Ma quali sono i motivi di questa scelta? Sicuramente le donne, molto più consapevoli della propria potenza generativa e della possibilità di compiere scelte di salute, si stanno riappropriando della spontaneità dell’evento nascita.
La nascita in ospedale, pur nella sua sicurezza, è vista come eccessivamente medicalizzata: l’ambiente non è familiare, spesso si incorre in pratiche routinarie, il rischio di essere protagoniste passive del proprio parto aumenta.
Chi sceglie di far nascere in casa il proprio bambino, intraprende un percorso che inizia… [SEGUE]