Circa 800mila le donne costrette a dimettersi o che sono state licenziate negli ultimi due anni, e 350mila quelle discriminate per il fatto di essere in gravidanza.
L’Osservatorio Nazionale Mobbing ha raccolto questi drammatici dati facendo riferimento solo agli ultimi anni, ma il fenomeno è certamente più esteso, se si tiene conto del fatto che molte vittime scelgono di non denunciare, per paura di ritorsioni o per non compromettere ulteriormente la propria situazione sul lavoro.
Sempre le statistiche raccontano un fenomeno che è radicato specialmente nelle metropoli, Milano, Roma e Torino in testa, e sono sempre più numerosi i casi di donne che abbandonano il lavoro entro il primo anno di vita del figlio.
Esiste un modo concreto per difendersi da questo fenomeno così tragico e spesso silenzioso?
Probabilmente il primo passo da fare è conoscere i propri diritti.
Ancora una volta, l’Osservatorio Nazionale Mobbing ha specificato quali siano gli aspetti giuridici del mobbing.
Ai sensi dell’art. 2087 del Codice Civile, “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.
Articolo che si ricollega ai valori costituzionalmente… [SEGUE]