È stato dimostrato come, a prescindere dalla scuola di pensiero a cui il terapeuta aderisce, la relazione terapeutica è l’elemento indispensabile per il buon esito della terapia.
Quella terapeutica è una relazione particolare, diversa da quella amicale, amorosa, parentale e la sua peculiarità le conferisce un enorme potere curativo.
Innanzitutto, è una relazione in cui il terapeuta ha come unico interesse quello di rispondere alla richiesta di aiuto del cliente, che trova nel professionista una persona che si dedica totalmente all’ascolto dei suoi bisogni e delle sue paure.
Il fatto di non frequentarsi al di là del rapporto professionale costituisce poi un valore aggiunto, in quanto lo spazio della terapia diviene un contesto in cui il cliente sente di potersi aprire ad una comunicazione libera. Il sentimento di libertà è conferito dalla garanzia del segreto professionale, che il professionista è tenuto a dare e dal fatto che il terapeuta non ha alcun interesse personale nel fare ciò che fa, in quanto non coinvolto in alcuna relazione affettiva con il cliente, né tantomeno con le “persone significative”, oggetto delle discussioni in terapia.
Altra fondamentale caratteristica del terapeuta, che favorisce la costruzione di una relazione curativa efficace, è quella di porsi in un atteggiamento di totale accettazione del cliente, il quale, in molti casi per la prima volta nella propria vita, sente di potersi esprimere senza temere il giudizio dell’interlocutore e percepisce di essere riconosciuto nella propria dignità di persona, cioè di colui che è nel pieno diritto di nutrire le emozioni e i pensieri che lo attraversano.
Spesso chi arriva in terapia è infatti una persona che ha perso contatto con se stessa… [SEGUE]