Una recente ricerca internazionale mette in discussione il rapporto esistente tra le malattie cardiache e le modalità di consumo dei grassi alimentari.
Le linee guida ufficiali indicano da tempo il limitato consumo di acidi grassi saturi come un importante fattore di riduzione del rischio per la salute cardiovascolare.
Queste riconoscono inoltre al consumo degli acidi grassi insaturi omega 3 ed omega 6 un ruolo protettivo nei confronti delle patologie coronariche. Lo studio retrospettivo in questione però apre la strada a nuove possibili interpretazioni.
La ricerca è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista americana Annals of Internal Medicine.
Allo studio ha preso parte un numeroso gruppo di ricercatori, provenienti dalla Università di Cambridge, dall’Harvard School of Public Health di Boston, dall’Università di Oxford, dalla School of Public Health dell’Imperial College di Londra, dal Centre for Exercise, Nutrition and Health Sciences dell’ Università di Bristol e dall’ Erasmus University Medical Center di Rotterdam.
Il gruppo di ricerca internazionale ha analizzato e confrontato tra loro i dati di 72 distinti studi, prendendo in esame l’esperienza di oltre 600.000 partecipanti provenienti da 18 nazioni diverse.
I risultati hanno dimostrato che l’insieme dei dati raccolti in realtà non supporta del tutto le linee guida che limitano il consumo di grassi saturi per prevenire le malattie cardiache.
I ricercatori hanno anche evidenziato un sostegno insufficiente al fatto che l’elevato consumo di grassi insaturi riduca il rischio di malattia coronarica.
Prendendo in esame i particolari… [SEGUE]
Le malattie cardiovascolari non vanno mai sottovalutate, ottimo articolo e molto interessante