Ma non solo, i bambini nati da donne già trentenni avrebbero dato risultati più alti ai test cognitivi e comportamentali ai quali è stato sottoposto il campione. Non sarebbero invece presenti per questi bambini quei rischi di obesità rilevati per quelli nati da madri più giovani.
Il Millennium Cohort Study, in poche parole, mira a riconsiderare con più attenzione i risultati di quegli studi che hanno portato a correlare l’età della madre al maggior rischio di malattie genetiche o deficit cognitivi nei figli. Il campione utilizzato da questo studio è piuttosto ampio: ben 18mila bambini britannici.
La ricerca coordinata da Alice Goisis impone quindi più attenzione nel prendere in considerazione i dati tradizionalmente accettati come dogma.
Insomma, avere figli dopo i trent’anni non significherebbe categoricamente esporre i nascituri a dei rischi: anzi, spiega la ricercatrice, le donne ultra-trentenni sarebbero più attente ai loro figli e al loro sviluppo cognitivo per diversi motivi.
Innanzitutto le donne più “mature”… [SEGUE]