Provare ad alleviare questo disagio è una priorità per le future mamme, che vorrebbero assicurarsi di non essere indotte a rinunciare alle proprie attività quotidiane: il primo passo sta quindi nel riferire all’ostetrica/o o al medico di questa sintomatologia e diagnosticare il dolore pelvico a cintura, escludendo altre possibili cause di dolore pelvico.
In seconda battuta, è fondamentale che le mamme evitino di mettere in atto comportamenti che potrebbero indurre un aggravamento del quadro (come ad esempio sollevare pesi, accavallare o incrociare le gambe, sedersi in modo scomposto o sul pavimento) e si prendano cura del proprio corpo.
Potrebbe essere d’aiuto adottare quando possibile anche solo alcune delle seguenti misure: mantenersi attive ma ricordarsi di riposare molto; cambiare spesso posizione e cercare di non stare sedute per più di 30 minuti ogni volta; distribuire uniformemente il peso su ambedue le gambe.
Inoltre vestirsi e spogliarsi da sedute; scendere e salire dall’auto con le gambe unite; dormire sul fianco meno dolente, tenere le ginocchia vicine quando ci si gira nel letto e sfruttare i cuscini di sostegno (sotto la pancia e tra le gambe).
Anche il bagno caldo o, viceversa, il ghiaccio … [SEGUE]
E se il dolore permane post gravidanza? Quali possono esser le cause?
Cara Marta, andrebbero escluse altre problematiche confermando la diagnosi. Nel caso il problema fosse confermato come problema pelvico legato alla gravidanza, occorrerà valutare la postura, gli stili di vita… aspetti che sono ad appannaggio di una valutazione clinica dello specialista (ovviamente se i sintomi permangono dopo mesi dalla nascita, perché nel puerperio sono condizioni ancora frequenti).