Il dolore pelvico tipico della gestazione è infatti principalmente avvertito laddove sono anatomicamente localizzate le articolazioni della sinfisi pubica, sacro-iliache e sacro-coccigee, ovvero presso l’area anteriore e/o posteriore del bacino (anche se non di rado esso tende a colpire ulteriori regioni quali anche, inguine e cosce).
Per questo motivo, esso si può immaginare come la conseguenza di un fenomeno totalmente funzionale al parto: un disturbo “parafisiologico”, frutto di “precauzioni speciali” che il corpo mette in atto per rendere più agevole e sicuro il parto.
Oltre all’azione della relaxina, durante la gravidanza entrano in gioco altri fattori quali ad esempio l’aumento ponderale, la crescita fetale, lo sviluppo del viscere uterino, i cambiamenti posturali e di deambulazione: tutti elementi che vanno ad integrarsi fra loro e, non di rado, fanno sì che la mobilizzazione articolare della pelvi non sia completamente uniforme e stabile e sia particolarmente dolorosa.
Il dolore compare prevalentemente negli ultimi mesi di gravidanza e tende a divenire più intenso con il movimento, ad esempio salendo e scendendo dalla macchina, entrando e uscendo dalla vasca, camminando su lunghe distanze o su superfici irregolari; allo stesso modo, il fastidio si intensifica quando si carica il peso del corpo su un solo arto e quindi anche quando ci si veste e si salgono le scale.
Provare ad alleviare questo disagio è una priorità per le future mamme … [SEGUE]
E se il dolore permane post gravidanza? Quali possono esser le cause?
Cara Marta, andrebbero escluse altre problematiche confermando la diagnosi. Nel caso il problema fosse confermato come problema pelvico legato alla gravidanza, occorrerà valutare la postura, gli stili di vita… aspetti che sono ad appannaggio di una valutazione clinica dello specialista (ovviamente se i sintomi permangono dopo mesi dalla nascita, perché nel puerperio sono condizioni ancora frequenti).