Ciò che fino ad ora era avvallato da istinto e buon senso, ha avuto una conferma anche dalla scienza: i bambini che a scuola e nel tempo libero hanno la possibilità di sfruttare spazi verdi come parchi e giardini, stanno meglio sia fisicamente che mentalmente.
Lo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, prestigiosa rivista statunitense, è giunto a queste conclusioni, analizzando il rendimento scolastico e lo sviluppo cognitivo su un campione di circa 2500 bambini tra i 7 e i 10 anni delle scuole di Barcellona.
In questi soggetti sono stati valutati parametri quali la memoria a breve termine, la tendenza a distrarsi e la capacità di concentrazione a lungo termine; i risultati sono stati posti in relazione al fatto che i bambini fossero a contatto o meno con aree verdi durante la giornata (a scuola, a casa, nel tragitto casa-scuola).
È stato anche valutato il coefficiente di inquinamento atmosferico, il cui impatto negativo sulle capacità cognitive era superiore nel caso in cui non ci fossero aree verdi negli spazi frequentati dai partecipanti allo studio.
I risultati?
Gli studenti che erano maggiormente a contatto con la natura, presentavano maggiori progressi nella memoria e nell’apprendimento, insieme a una riduzione della disattenzione; per ogni grado di aumento del colore verde circostante, i progressi miglioravano del 5%.
La percentuale di spazi verdi è stata valutata con l’aiuto di un software satellitare chiamato NDVI, che valutava la presenza di spazi naturali in base al coefficiente di riflessione delle superfici.
Questi risultati possono essere dovuti sia al minore inquinamento presente nelle aree verdi, per l’assenza di strade trafficate e industrie, sia nell’impatto psicologico che ha un panorama naturale sul cervello, piuttosto che la vista di palazzi e strade.
Dati che fanno riflettere se è vero, come sostiene il dottor Payam Dadvand, che lavora al centro per la Ricerca e l’Epidemiologia Ambientale a Barcellona, che entro il 2030 tre persone su cinque vivranno nelle città e la presenza di inquinamento chimico e acustico potrebbe avere un forte impatto negativo sullo sviluppo delle loro facoltà mentali.
I risultati dello studio suggeriscono come le aree di verde hanno un effetto positivo sulla psiche dei ragazzi in età scolare, probabilmente anche per la qualità dell’aria che tende ad essere migliore in presenza di piante e cespugli.
Anche se non sono stati presi in considerazione fattori quali il livello di istruzione dei genitori, la fascia sociale dei ragazzi e il distretto scolastico, che poteva rientrare in un’area disagiata, è chiaro che si dovrebbe incentivare la creazione di aree verdi a scuola e nei dintorni dei luoghi frequentati dai ragazzi in età scolare, in modo da aumentarne l’attenzione, le capacità cognitive e il rendimento scolastico.
Fonte Bibliografica:
Green spaces and cognitive development in primary schoolchildren