Non ho mai dedicato molti pensieri all’allattamento.
Forse era una parte della maternità che davo per scontata, di certo non era un argomento di cui si era mai parlato in casa – in famiglia la linea femminile sembrava particolarmente “sfortunata”, di latte sembrava essercene stato pochino.
In ogni caso, sapevo di voler allattare, non come sfida, ma proprio come realizzazione di quel percorso naturale che sono la gravidanza e la maternità.
Avevo letto tanto – leggere per me è parte integrante della vita.
Avevo seguito il corso di preparazione alla nascita con una levatrice – a Londra, nel caso di gravidanza fisiologica si viene seguita da una midwife.
Dopo il parto la bambina era nuda sulla mia pancia nuda, skin to skin, e lei si è arrampicata, strisciando stile commando verso il seno.
Si è attaccata subito, sicura di quello che stava facendo e sicura di quello che stava cercando.
Mi sono stupita di dover fare così poco… è bastato lasciar fare a lei, darle lo spazio, la tranquillità, il tempo.
Le guardavo la testa, appena uscita dall’unica casa che aveva conosciuto fino ad adesso, la guardavo solidissima nell’essere così minuta e perfetta ed ero felice.
La bimba ha dormito al mio fianco sempre, la tenevo vicina… [SEGUE]
“La bimba ha dormito al mio fianco sempre, la tenevo vicina, annusandola di tanto in tanto.”
Bellissimo,
grazie per aver condiviso con tutti questa storia!