La figlia dei draghi (favola cinese liberamente riadattata)
Il giorno dopo la separazione tra cielo e terra fecero la loro comparsa nove draghi.
Si stabilirono nel cielo, contenti di giocare tra le nuvole, ed ogni volta che si avvicinavano alla terra questa si abbelliva magicamente di montagne, laghi, fiumi, animali e fiori.
Un giorno i draghi si innamorarono di una pietra preziosa che rifletteva la luce in mille colori diversi: attirati dalla sua bellezza, corsero tutti giù per prenderla ma con grande meraviglia si accorsero che quel prodigio, così visibile dal cielo, da vicino scompariva totalmente tra la miriade di piante della foresta.
Nessuno di loro voleva rinunciare a trovare la gemma e finirono per trascorrere così tanto tempo sulla terra da dare vita ad un fiume, il fiume Lancang, detto anche il Fiume dei Nove Draghi.
Il fiume scorreva accanto ad una montagna, detta Picco Dorato, all’interno della quale si trovava la Grotta della Roccia d’Oro, splendida e spaziosa, che divenne la dimora dei Draghi.
Passarono gli anni ed il Re dei Draghi Bianchi ebbe una figlia, una bellissima bambina con la pelle così bianca da sembrare un fiore di loto ed occhi splendenti come perle.
Arrivata a sedici anni la Figlia del Drago divenne sempre più curiosa del mondo esterno e cominciò ad avventurarsi sempre più spesso fuori dalla sua dimora.
Un giorno, affascinata dai fiori e dai profumi della foresta, cominciò a camminare lungo le rive del fiume e si arrampicò in cima ad una montagna: lo spettacolo della pianura rigogliosa di palme e bambù le tolse il fiato; la ragazza non poté far altro che proseguire il suo cammino verso la vita della gente comune.
Si fermò ad osservare i buoi trascinare l’aratro, le donne prendersi cura delle piantine di riso, bambini giocare e bufali bagnarsi nello stagno: si innamorò così tanto di quella vita da dimenticarsi del Palazzo dei Draghi.
Fu attirata da un ragazzo che guidava una mandria… [SEGUE]