La bimba ha dormito al mio fianco sempre, la tenevo vicina, annusandola di tanto in tanto.
Ha dormito tanto nella giornata successiva al parto, ricordo di aver pensato che dovesse essere stanca anche lei. Mi sembrava naturale che avessimo gli stessi ritmi.
Ricordo una notte in ospedale, l’ultima, mi sono svegliata avendo la vaga sensazione di aver sentito la bambina piangere.

Ricordo di aver guardato il lettino – vuoto.
Ricordo una parte di me che ragionava “l’avranno presa magari per pesarla, o per aiutarmi a riposare un pò”, ma ricordo anche troppo bene l’istinto da orsa con i cuccioli, la velocità con cui mi sono alzata e precipitata dalle infermiere – non ho neanche suonato, mi sono alzata e sono andata a riprendermi mia figlia. Penso di aver solo detto “She is my daughter”, “E’ mia figlia” e di essermela ripresa.

Mi sono scusata con l’infermiera la mattina dopo, le ho detto che capivo che l’aveva fatto per farmi riposare, ma che per me era istinto stare con lei e che dovevo imparare, anche a svegliarmi quando lei ne aveva bisogno e magari io avevo bisogno di dormire.
Quella notte però, l’attacco non è stato perfetto e, staccandola in modo non appropriato, mi sono fatta proprio male.
E sì, avevo chiesto aiuto ma non l’ho avuto. Non serbo né ho mai serbato rancore alla struttura ospedaliera, né all’infermiera del turno di notte che era con me, ho sempre pensato che la comunicazione in certe circostanze possa essere difficile.

Il mese e mezzo successivo avevo soprannominato il seno di destra il seno “facile”, quello sinistro quello “difficile”.
Difficile perché anche con l’attacco giusto, mi faceva un male d’inferno ad ogni poppata – per circa 50 secondi, ma possono sembrare infiniti.
Mi ha fatto un male d’inferno fino a quando non si è rimarginato del tutto, sembrava che un quarto di capezzolo fosse stato staccato via. Non credo sia stato letteralmente così, ma questa era la sensazione.
Ma ero determinata e la pace che mi entrava dentro ogni volta che avevo la piccola vicino, ogni volta che ciucciava beata era troppo grande e cosi’ siamo ancora qui, 3 anni e mezzo dopo.

Non è stato sempre facile, è stato più facile a Londra… [SEGUE]

 

 

Facebook Comments
2.5K Shares
2.5K Shares
Share via
Copy link
Powered by Social Snap