Ma ricomincio ad averle forti e mi viene da chiudere le gambe… Lei mi dice dolcemente di non farlo, di lasciar spazio al mio bambino… così mi rialzo, le 20 sono ormai passate e io vengo presa dallo sconforto. Mi ero fissata quel termine, quell’orario e invece sono ancora qui a soffrire.

Inizio ad avvertire il desiderio di spingere, esce qualche goccia di sangue ma le gambe non reggono più e ad ogni spinta tremano.
Ricordo le braccia del mio compagno che mi sorreggono… e i suoi piedi, perché spingendo guardavo giù, tra le nostre braccia e vedevo i suoi piedi in continuo movimento!

Verso le 23 fanno sedere lui su uno sgabello con la schiena contro il muro e io mi metto in ginocchio davanti… ho freddo e accendono una stufetta. Spingo forte, fortissimo; Lei la Mia Ostetrica è lì in ginocchio, sdraiata, carponi sotto di me che osserva e controlla, senza mai chiedermi di cambiare posizione per agevolarla.

C’è anche una stupenda puericultrice che mi lega i capelli e mi accarezza… accarezza anche il mio compagno, esausto e preoccupato.
Il mio bambino continua a fare su e giù con la spinta scende ma poi risale, io non vedo l’ora che esca, ho sonno… una stanchezza e un sonno mai provati prima. E’ mezzanotte, le luci sono soffuse e intorno a me solo le mie urla e la voce di lei che mi dice “bravissima Guenda, sei bravissima, spingi che ci siamo”… poi finalmente arriva il “vedo la testa… brava… adesso ferma e non spingere”.

Con l’uscita della testa si rompono le acqueSEGUE

 

segue

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