Come è possibile fare questo? Il lavoro si articola con una serie di esercizi/esperienze di diversa tipologia.

 

Esercizi individuali in cui riproporre ascolto di sé, del respiro, rilasciamento dei muscoli.
Esercizi di immersione e apnea per recuperare le sensazioni delle bambine che siamo state, quando eravamo nella pancia della mamma con lo scopo di creare un collegamento intimo e profondo tra ciò che siamo state e ciò che stiamo diventando. Immaginare ed immedesimarsi nel bambino che portiamo nella pancia crea anche una connessione con lui, lo rende libero di muoversi e di comunicarci cosa sta provando. Ascolto di sé è anche ascolto di chi abbiamo nella pancia.

 

Esercizi di contatto a coppie, contatto semplice e non comandato, ad occhi chiusi o aperti ma sempre concentrate non sui sensi ma sulle sensazioni. La tendenza sarà quella di escludere i sensi controllati da una parte della neocorteccia cerebrale (udito e vista) per potenziare quelli di tatto e contatto, costruzione di movimenti simbiotici con azione e reazione ad un movimento dell’altro.
È una sorta di allenamento a ciò che accadrà durante il parto quando la simbiosi con i movimenti del bambino sarà totale.
E infine ci saranno momenti in cui il gruppo sarà centrale: esercizi in cui lo scopo fondamentale è affidarsi agli altri, una rete di sostegno, un ponte, un supporto fisico in acqua ed emotivo al di fuori.

 

Ma l’acqua ha anche la capacità di scatenare delle cascate ormonali che favoriscono o mantengono il benessere.
Il calore, le luci soffuse, il silenzio o comunque i suoni a bassa intensità abbassano i livelli di cortisolo circolante, l’ormone dello stress, e aumentano gli ormoni del rilassamento e dell’amore, gli ormoni della sera che ci aiutano a dormire come ad esempio la serotonina e le endorfine che donano sensazioni di piacere e abbandono.
L’abbassamento del cortisolo circolante aiuta non solo il rilassamento psico-emotivo, ma anche quello fisico eliminando eventuali contrazioni dolorose dell’utero che non consentono di mettersi in relazione con sé stessi e con il bambino perché mantengono l’attenzione a livelli alti e neocorticali.

 

L’acquamotricità in gravidanza è adatta a tutte le donne in qualsiasi periodo della gravidanza successivo al primo trimestre. L’unica controindicazione alla scelta di questo corso è quella di avere una paura folle dell’acqua, anche dove si tocca.
Il corso non richiede doti natatorie di nessun genere, non è necessario avere capacità di apnea, sarà un percorso graduale che si adatterà alle esigenze di ciascuna e porterà benessere e armonia.

 

 

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